Energie Rinnovabili Europea

Base giuridica e obiettivi

Articolo 194 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

Risultati conseguiti

A. Direttiva sulle energie rinnovabili

1. Direttiva sulle energie rinnovabili (RED I): verso il 2020

La direttiva originaria sulle energie rinnovabili, adottata mediante codecisione il 23 aprile 2009 (direttiva 2009/28/CE, che abroga le direttive 2001/77/CE e 2003/30/CE), ha stabilito che entro il 2020 una quota obbligatoria del 20 % del consumo energetico dell'UE sarebbe dovuta provenire da fonti rinnovabili. Inoltre, tutti gli Stati membri erano tenuti a garantire che il 10 % del carburante utilizzato per i trasporti derivasse da fonti rinnovabili. La direttiva ha altresì fissato i requisiti relativi ai diversi meccanismi che gli Stati membri potevano applicare per raggiungere i propri obiettivi (come regimi di sostegno, garanzie di origine, progetti comuni e cooperazione tra Stati membri e paesi terzi), nonché criteri di sostenibilità per i biocarburanti.

Fino al 2020 la direttiva ha confermato gli obiettivi nazionali vigenti in materia di energia rinnovabile per ciascun paese, tenendo conto della situazione di partenza e del potenziale complessivo in termini di energia rinnovabile (da una quota di energie rinnovabili del 10 % a Malta a una quota del 49 % in Svezia). Ciascun paese dell'UE ha definito le modalità secondo cui prevedeva di raggiungere il proprio obiettivo individuale e la tabella di marcia generale per la sua politica in materia di energie rinnovabili in un piano d'azione nazionale per le energie rinnovabili. I progressi compiuti verso gli obiettivi nazionali sono stati misurati ogni due anni, contestualmente alla pubblicazione, da parte degli Stati membri dell'UE, delle relazioni nazionali sullo stato di avanzamento delle energie rinnovabili.

2. Direttiva sulle energie rinnovabili (RED II/III/IV): verso il 2030

Nel luglio 2021, nell'ambito del pacchetto legislativo finalizzato alla realizzazione del Green Deal europeo, la Commissione ha proposto una modifica (RED II) alla direttiva sulle energie rinnovabili per allineare gli obiettivi in materia di energie rinnovabili alla sua nuova ambizione climatica. La Commissione ha proposto di aumentare la quota vincolante di energie da fonti rinnovabili nel mix energetico dell'UE al 40 % entro il 2030 e ha promosso la diffusione dei combustibili rinnovabili, quale l'idrogeno nell'industria e nei trasporti, con obiettivi aggiuntivi.

Nel maggio 2022, nell'ambito del piano REPowerEU a seguito dell'aggressione russa contro l'Ucraina, la Commissione ha proposto una nuova modifica (RED III) per accelerare la transizione verso l'energia pulita in linea con la graduale eliminazione della dipendenza dai combustibili fossili russi. La Commissione ha proposto di installare pompe di calore, aumentare la capacità solare fotovoltaica e importare idrogeno rinnovabile e biometano per innalzare al 45 % l'obiettivo di fonti energetiche rinnovabili per il 2030.

Il 9 novembre 2022 la Commissione ha proposto una nuova modifica (RED IV) del regolamento del Consiglio che istituisce un quadro per accelerare la diffusione delle energie rinnovabili. In base alla proposta, gli impianti di produzione di energia rinnovabile saranno considerati d'interesse pubblico prevalente; ciò consentirà nuove procedure più rapide per il rilascio delle autorizzazioni e deroghe specifiche alla legislazione ambientale dell'UE.

Il quadro politico in materia di energia per il 2030 e il periodo successivo al 2030 è attualmente in fase di discussione.

Nel dicembre 2018 è entrata in vigore la direttiva riveduta sulle energie rinnovabili (direttiva (UE) 2018/2001) nel quadro del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei, inteso a salvaguardare il ruolo di leader globale dell'UE nel settore delle energie rinnovabili e, più in generale, ad aiutare l'Unione a rispettare i propri impegni di riduzione delle emissioni a norma dell'accordo di Parigi. La direttiva riveduta è in vigore dal dicembre 2018 e doveva essere recepita nel diritto nazionale dei paesi dell'UE entro il giugno 2021, diventando applicabile a decorrere dal 1° luglio 2021. La direttiva stabilisce un nuovo obiettivo vincolante per l'UE in termini di energie rinnovabili per il 2030, pari ad almeno il 32 % dei consumi energetici finali, con una clausola su una possibile revisione al rialzo entro il 2023, e un obiettivo più ambizioso, pari al 14 %, per quanto riguarda la quota di energia rinnovabile nel settore dei trasporti entro il 2030.

In assenza di obiettivi nazionali riveduti, gli obiettivi nazionali in materia di energie rinnovabili per il 2020 dovrebbero rappresentare il contributo minimo di ciascuno Stato membro per il 2030. I paesi dell'UE proporranno il proprio obiettivo energetico nazionale e definiranno piani nazionali decennali in materia di energia e clima nell'ambito di Orizzonte 2030, cui faranno seguito, ogni due anni, relazioni sui progressi compiuti. Tali piani saranno valutati dalla Commissione, che potrà adottare misure a livello dell'UE per assicurare che siano coerenti con gli obiettivi complessivi dell'Unione.

B. Green Deal europeo

L'11 dicembre 2019 la Commissione ha pubblicato la sua comunicazione sul Green Deal europeo. Questo patto verde definisce una visione dettagliata per rendere l'Europa un continente climaticamente neutro entro il 2050 mediante la fornitura di energia pulita, economicamente accessibile e sicura.

1. Il piano REPowerEU

Il 18 maggio 2022, a seguito dell'invasione russa dell'Ucraina, il pacchetto legislativo in materia di energia, inclusa la direttiva sull'efficienza energetica riveduta, è stato modificato dal piano REPowerEU per eliminare gradualmente la dipendenza dai combustibili fossili russi. La nuova modifica ha proposto di innalzare al 45 % l'obiettivo vincolante per la quota di energie rinnovabili nel mix energetico dell'UE entro il 2030 e di allineare tutti gli obiettivi secondari alle nuove ambizioni di REPowerEU, tra cui:

  • un obbligo graduale di installare pannelli solari sui nuovi edifici;
  • un obiettivo di 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotte internamente e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importate entro il 2030;
  • il raddoppio dell'attuale tasso di diffusione delle pompe di calore negli edifici individuali;
  • un obiettivo per i combustibili rinnovabili di origine non biologica (75 % per l'industria e 5 % per i trasporti);
  • un incremento della produzione di biometano fino a 35 miliardi di metri cubi entro il 2030.

2. Realizzazione del Green Deal europeo

Il 14 luglio 2021 la Commissione ha pubblicato un nuovo pacchetto legislativo sull'energia intitolato Pronti per il 55 %: realizzare l'obiettivo climatico dell'UE per il 2030 lungo il cammino verso la neutralità climatica. Nella revisione della direttiva sulle energie rinnovabili ha proposto di innalzare la quota vincolante di energie rinnovabili nel mix energetico dell'UE al 40 % entro il 2030 e di fissare obiettivi a livello nazionale, tra cui:

  • un nuovo parametro di riferimento pari al 49 % di utilizzo delle energie rinnovabili nell'edilizia entro il 2030;
  • un nuovo parametro di riferimento corrispondente a un incremento annuale di 1,1 punti percentuali nell'utilizzo delle energie rinnovabili nell'industria;
  • un incremento annuo vincolante di 1,1 punti percentuali a livello nazionale nell'utilizzo delle energie rinnovabili per il riscaldamento e il raffreddamento;
  • un incremento annuo indicativo di 2,1 punti percentuali nell'utilizzo delle energie rinnovabili e del calore e del freddo di scarto per il teleriscaldamento e il teleraffreddamento;

Al fine di decarbonizzare e diversificare il settore dei trasporti, viene fissato quanto segue:

  • un obiettivo di riduzione dell'intensità dei gas a effetto serra dei carburanti per i trasporti del 13 % per tutte le modalità di trasporto;
  • una quota del 2,2 % di biocarburanti avanzati e biogas entro il 2030, con un obiettivo intermedio dell'0,5 % entro il 2025 (conteggio singolo);
  • un obiettivo del 2,6 % per i combustibili rinnovabili di origine non biologica e una quota del 50 % di energie rinnovabili nel consumo di idrogeno nell'industria, compresi gli usi non energetici, entro il 2030.

Il futuro quadro politico per il 2030 e il periodo successivo al 2030 è tuttora in fase di discussione.

3. Energia pulita per tutti gli europei

Il 30 novembre 2016 la Commissione aveva pubblicato il suo pacchetto legislativo precedente intitolato Energia pulita per tutti gli europei nell'ambito della più ampia strategia relativa all'Unione dell'energia. Nel dicembre 2018 è entrata in vigore la direttiva riveduta sulle energie rinnovabili (direttiva (UE) 2018/2001), che promuove l'uso dell'energia da fonti rinnovabili attraverso:

  • una maggiore diffusione delle fonti rinnovabili nel settore dell'energia elettrica;
  • l'integrazione delle energie rinnovabili nel settore del riscaldamento e del raffreddamento (in tale settore è stato introdotto un aumento annuale indicativo dell'1,3 % per le energie rinnovabili);
  • la decarbonizzazione e la diversificazione del settore dei trasporti attraverso l'introduzione di:
    • una quota di energie rinnovabili pari al 14 % del consumo totale di energia nel settore dei trasporti entro il 2030;
    • una quota del 3,5 % di biocarburanti avanzati e biogas entro il 2030, con un obiettivo intermedio dell'1 % entro il 2025 (conteggio doppio);
    • un limite massimo del 7 % per la quota di biocarburanti di prima generazione nel trasporto su strada e su rotaia e piani per l'eliminazione graduale dell'uso dell'olio di palma e di altri biocarburanti prodotti da colture alimentari che aumentano le emissioni di CO2 entro il 2030, attraverso un sistema di certificazione;
  • il rafforzamento dei criteri di sostenibilità dell'UE per la bioenergia;
  • la garanzia che l'obiettivo vincolante a livello dell'UE sia conseguito in tempo e in modo efficace in termini di costi.

4. Meccanismo di finanziamento dell'energia rinnovabile

La Commissione ha istituito un meccanismo di finanziamento dell'UE (regolamento 2020/1294) sulla base dell'articolo 33 del regolamento sulla governance ((UE) 2018/1999) nell'ambito del pacchetto Energia pulita per tutti gli europei. Tale meccanismo è in vigore dal settembre 2020 e la Commissione continua a essere impegnata nel processo di attuazione. I nuovi obiettivi di REPowerEU richiedono un investimento supplementare di 210 miliardi di EUR da qui al 2027.

L'obiettivo principale di tale meccanismo è aiutare i paesi a conseguire i rispettivi obiettivi individuali e collettivi in materia di energie rinnovabili. Il meccanismo di finanziamento mette in collegamento i paesi che contribuiscono al finanziamento dei progetti (paesi contributori) con i paesi che acconsentono alla costruzione di nuovi progetti sul loro territorio (paesi ospitanti). La Commissione definisce il quadro di attuazione e gli strumenti di finanziamento per il meccanismo e stabilisce che, nell'ambito del meccanismo, possono essere finanziate azioni dagli Stati membri o attraverso fondi dell'UE e contributi del settore privato.

L'energia generata attraverso tale meccanismo di finanziamento contribuirà agli obiettivi in materia di energie rinnovabili di tutti i paesi partecipanti e alimenterà l'ambizione del Green Deal europeo di conseguire la neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050.

C. Azioni future

1. Rete transeuropea dell'energia

Nel dicembre 2020 la Commissione ha adottato una proposta di revisione di tali norme al fine di collegare le regioni attualmente isolate dai mercati dell'energia europei. L'obiettivo della revisione è promuovere un incremento significativo dell'energia rinnovabile nel sistema energetico europeo, in linea con l'obiettivo generale del Green Deal europeo di conseguire la neutralità climatica entro il 2050.

Nel luglio 2020 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla revisione degli orientamenti per la rete transeuropea dell'energia (RTE-E), che mira ad aggiornare tali orientamenti allineandoli alla politica dell'UE sul clima. La decisione n. 1254/96/CE originaria è stata riveduta più volte e il regolamento (UE) n. 347/2013 ha stabilito gli attuali orientamenti per le infrastrutture energetiche transeuropee.

2. Revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici

Nel luglio 2021 la Commissione ha pubblicato una proposta relativa alla revisione della direttiva sulla tassazione dei prodotti energetici (direttiva 2003/96/CE), in cui ha proposto di allineare la tassazione dei prodotti energetici alle politiche dell'UE in materia di ambiente e clima, ha promosso le tecnologie pulite e ha eliminato esenzioni obsolete e aliquote ridotte che attualmente incoraggiano l'uso dei combustibili fossili.

D. Problemi specifici relativi alle risorse

1. Energia solare

Il piano REPowerEU ha introdotto una strategia per raddoppiare la capacità solare fotovoltaica fino a 320 GW entro il 2025 e installare 600 GW entro il 2030. Il piano prevede inoltre l'obbligo giuridico graduale di installare pannelli solari sui nuovi edifici pubblici, commerciali e residenziali e una strategia volta a raddoppiare il tasso di diffusione delle pompe di calore nei sistemi di teleriscaldamento e riscaldamento collettivo. Nell'ambito del piano, gli Stati membri sono inoltre tenuti a individuare e adottare piani per "zone di riferimento" specifiche per le energie rinnovabili, con procedure di autorizzazione abbreviate e semplificate.

2. Biomassa e biocarburanti

La direttiva sulle energie rinnovabili (direttiva (UE) 2018/2001) attualmente in vigore comprende un obiettivo del 3,5 % entro il 2030 e un obiettivo intermedio dell'1 % entro il 2025 per i biocarburanti avanzati e il biogas nel settore dei trasporti. Sebbene l'attuale massimale del 7 % sui biocarburanti di prima generazione sia mantenuto nel settore del trasporto su strada e su rotaia, sono introdotti un obbligo a livello dell'UE per i fornitori di combustibili di fornire una certa quota (6,8 %) di combustibili a basse emissioni e rinnovabili, nonché un'estensione del campo di applicazione dei criteri di sostenibilità dell'UE per la bioenergia (includendo la biomassa e il biogas utilizzati per il riscaldamento e il raffreddamento e per la produzione di energia elettrica). Nel luglio 2021 la Commissione ha pubblicato una proposta di direttiva sulle energie rinnovabili con un obiettivo del 2,2 % di biocarburanti avanzati e biogas entro il 2030 e un obiettivo intermedio dello 0,5 % entro il 2025, che devono essere coerenti con i nuovi obiettivi di REPowerEU.

3. Idrogeno

Nel luglio 2020 la Commissione ha adottato la strategia europea per l'integrazione dei sistemi energetici e una nuova strategia sull'idrogeno in Europa al fine di esaminare il potenziale contributo della produzione e dell'utilizzo dell'idrogeno rinnovabile alla decarbonizzazione dell'economia dell'Unione. La strategia per l'idrogeno introduce tre obiettivi: l'installazione di almeno 6 GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile nell'Unione e la produzione di fino a 1 milione di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2024; l'installazione di almeno 40 GW di elettrolizzatori di idrogeno rinnovabile e la produzione di fino a 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile entro il 2030; nonché la diffusione dell'idrogeno rinnovabile su larga scala a partire dal 2030. Nel maggio 2022, nel piano REPowerEU la Commissione ha fissato l'obiettivo 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile prodotto internamente e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importate entro il 2030.

4. Energia eolica offshore

Il 19 novembre 2020 la Commissione ha pubblicato una strategia dell'UE sulle energie rinnovabili offshore dal titolo Strategia dell'UE per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore per un futuro climaticamente neutro, che valuta il potenziale contributo delle energie rinnovabili offshore e che va oltre una definizione ristretta dei fattori legati alla produzione di energia. Tale strategia intende aumentare la produzione dell'UE di energia elettrica proveniente da fonti di energia rinnovabili offshore, portandola da 12 GW nel 2020 a oltre 60 GW entro il 2030, e passando poi a 300 GW entro il 2050. Inoltre, mira a una revisione legislativa della rete transeuropea dell'energia al fine di renderla maggiormente applicabile alle infrastrutture offshore transfrontaliere.

5. Energia oceanica

Nel gennaio 2014 la Commissione ha pubblicato una comunicazione dal titolo Energia blu – Realizzare il potenziale dell'energia oceanica dei mari e degli oceani europei entro il 2020 e oltre. La comunicazione definisce un piano d'azione a sostegno dello sviluppo dell'energia oceanica, compresa l'energia generata dal moto ondoso, dalle maree, dalla conversione dell'energia talassotermica e l'energia a gradiente salino. La strategia dell'UE per sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili offshore per un futuro climaticamente neutro ha inoltre sottolineato che è necessario accrescere il settore delle energie rinnovabili marine di 5 volte entro il 2030 e di 25 volte entro il 2050.

Ruolo del Parlamento europeo

Il Parlamento sostiene da sempre l'utilizzo delle energie rinnovabili e ha sottolineato l'importanza di fissare obiettivi vincolanti per il 2020[1] e, più recentemente, per il 2030.

Nel febbraio 2014 ha adottato una risoluzione in cui ha criticato le proposte avanzate dalla Commissione riguardo al quadro per il clima e l'energia per il periodo fino al 2030, in quanto poco lungimiranti e scarsamente ambiziose. Ha chiesto una quota vincolante del 30 % di energie rinnovabili nel consumo energetico a livello dell'UE, da attuare attraverso singoli obiettivi vincolanti a livello nazionale, e l'estensione degli obiettivi relativi ai carburanti per i trasporti dopo il 2020.

Nel giugno 2016 il Parlamento ha approvato una risoluzionesulla relazione relativa ai progressi compiuti nel campo delle energie rinnovabili, nella quale ha invitato la Commissione a presentare un pacchetto clima e energia per il 2030 più ambizioso, che innalzi l'obiettivo dell'Unione relativo alle fonti energetiche rinnovabili portandolo almeno al 30 %, prevedendone l'attuazione attraverso obiettivi nazionali individuali. Gli obiettivi già concordati per il 2020 erano da considerare come base minima in sede di revisione della direttiva sulle energie rinnovabili.

Nel gennaio 2018, in vista della revisione 2018 della direttiva sulle energie rinnovabili, il Parlamento si è espresso a favore di un obiettivo vincolante dell'Unione pari ad almeno il 35 % di energie rinnovabili entro il 2030 e ha ribadito l'importanza dell'autoconsumo come diritto. In seguito ai negoziati con il Consiglio l'obiettivo vincolante dell'UE è stato ridotto, portandolo a una quota di almeno il 32 %.

Nel gennaio 2020 il Parlamento ha approvato una risoluzionesul Green Deal europeo recante una serie di raccomandazioni, tra cui quella di fornire un'energia pulita, economicamente accessibile e sicura. In tale spirito, ha chiesto la revisione della direttiva sulle energie rinnovabili e la fissazione di obiettivi nazionali vincolanti per ciascuno Stato membro e ha raccomandato di attuare il principio dell'efficienza energetica al primo posto in tutti i settori e in tutte le politiche.

Nel maggio 2021 il Parlamento ha approvato due risoluzioni, rispettivamente, su una strategia europea di integrazione dei sistemi energetici e su una strategia europea per l'idrogeno, nelle quali si è pronunciato a favore della decarbonizzazione e dell'uso delle energie rinnovabili nella produzione di energia elettrica e idrogeno. Ha inoltre chiesto alla Commissione di attribuire una garanzia di origine all'idrogeno rinnovabile e di inquadrare il dibattito nell'ambito della revisione della direttiva sulle energie rinnovabili, come pure della revisione della disciplina in materia di aiuti di Stato, con l'obiettivo di promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Nel febbraio 2022 il Parlamento ha approvato una risoluzione su una strategia europea per le energie rinnovabili offshore. Nella risoluzione si osserva che la capacità installata dell'energia eolica offshore dovrebbe essere di 70-79 GW per garantire una transizione competitiva in termini di costi verso una riduzione del 55 % dei gas a effetto serra entro il 2030 e si invitano gli Stati membri e i settori pubblico e privato a superare l'obiettivo di riduzione del 55 % entro il 2030.

Nella sua posizione in prima lettura del 14 settembre 2022 sulla revisione della direttiva sulle energie rinnovabili (RED III), il Parlamento ha sostenuto la proposta della Commissione di aumentare la quota di energie rinnovabili nel consumo energetico finale dell'UE fino al 45 % entro il 2030. La relazione ha modificato la proposta della Commissione aumentando alcuni obiettivi secondari per settori quali i trasporti, l'edilizia, il teleriscaldamento e il teleraffreddamento. Il settore dei trasporti dovrebbe ridurre le sue emissioni di gas a effetto serra del 16 % utilizzando una percentuale maggiore di biocarburanti avanzati e di carburanti rinnovabili provenienti da fonti non biologiche, come l'idrogeno. L'industria dovrebbe promuovere l'uso delle energie rinnovabili di 1,9 punti percentuali all'anno e le reti di teleriscaldamento di 2,3 punti percentuali. Ciascuno Stato membro dovrà sviluppare due progetti transfrontalieri per l'espansione dell'elettricità verde, e gli Stati membri con un consumo annuo di elettricità superiore a 100 TWh dovranno sviluppare un terzo progetto entro il 2030. Il Parlamento ha inoltre approvato emendamenti che chiedono la graduale riduzione della quota di legno primario conteggiata come energia rinnovabile.

 

[1]Risoluzioni del Parlamento europeo del 29 settembre 2005 sulla quota di fonti energetiche rinnovabili nell'Unione europea e le proposte di azioni concrete (GU C 227 E del 21.9.2006, pag. 599), del 14 febbraio 2006 sullo sfruttamento di fonti energetiche rinnovabili a fini di riscaldamento e raffreddamento (GU C 290 E del 29.11.2006, pag. 115), del 14 dicembre 2006 sulla strategia per la biomassa e i biocarburanti (GU C 317 E del 23.12.2006, pag. 890), nonché del 25 settembre 2007 sulla tabella di marcia per le energie rinnovabili in Europa (GU C 219 E del 28.8.2008, pag. 82).

Matteo Ciucci

09-2022